Chiacchierata con Pierangelo Albano, per gli amici “Pier”, che durante il tragitto da Caserta a Capua – il CUS Volley si allena al “Falco” – ci ha rilasciato questa piacevole e divertente intervista.
Com’è il mondo da lassù?
“E’ lo stesso. Semplicemente fai più attenzione a cose che prima non vedevi e adesso hai l’opportunità di vederle…” (ride, ndr)
Ah, quindi l’altezza porta solo vantaggi o c’è pure qualche controindicazione?
“Tutti vantaggi, direi. O meglio, di svantaggi ancora devo trovarne…”
Mi pare di capire che confermi il detto secondo cui altezza è mezza bellezza…
“Diciamo che è molto soggettivo… però mi trovo bene a essere alto (1,96, ndr), cioè credo che sia più un pregio che un difetto…”
Insomma non hai mai desiderato di rimpicciolirti…?
No, assolutamente… (ride, ndr)
Esaurite le oppurtune premesse, raccontaci un po’ come mai sei capitato a Caserta, visto che sei di Lecce.
“Mi sono ritrovato qui a Caserta dopo il test d’ingresso a Medicina. Sono passato con il primo scorrimento della graduatoria e Caserta è stata una delle destinazione che mi sono state proposte sin da subito, e quindi l’ho scelta sia per comodità, per vicinanza, ma anche perché è una città molto tranquilla. Posso dire di aver fatto un’ottima scelta perché mi sto trovando veramente bene”
Si è rivelata diversa da come te l’aspettavi? Ti ha sorpreso?
“Diciamo che quando si pensa a un’università fuori sede, in genere le prime città che ti vengono in mente sono quelle più rinomate, “famose”, dove c’è più gente, tipo Roma o Milano. Però alla fine io credo che si debba andare all’università essenzialmente per studiare. Certo, poi ci sono quei giorni in cui ti organizzi per qualche diversivo, però trovo Caserta veramente perfetta per lo studente fuorisede”
E ad avvalorare tutto questo, anche l’opportunità di coltivare la tua grande passione: la pallavolo. Tu sei giovanissimo, eppure giochi già da diversi anni…
“Sì, io ho iniziato a giocare quando frequentavo la terza media, ho fatto il settore giovanile della squadra del mio paese, Carmiano, per poi trasferirmi al Leverano e poi nell’ultimo anno di scuola superiore sono ritornato alla mia società d’origine (Carmiano). L’ultima mia competizione è stata la Seconda Divisione, mentre quest’anno, appunto con il CUS Caserta, sto giocando nella Prima”
Come ti trovi nella realtà cussina, dopo un mese di allenamento?
“Molto bene. Con i compagni ho un rapporto ottimo, ho legato con tutti. Sono tutti simpatici. Anche sotto l’aspetto tecnico, devo dire che siamo un’ottima squadra: c’è una base solida per costruire un qualcosa di importante, anche perché le prime uscite in campionato sono state positive (3-2 vs Sparanise e 3-0 ad Aversa contro i Normanni, ndr)
Tu non hai giocato solo nella sfida contro Sparanise, mentre eri assente nella trasferta di Aversa. Nel match d’esordio il mister Di Caprio non ti ha schierato tra i titolari, ma ti ha fatto entrare a partita in corso. Volevo sapere come avevi vissuto questo approccio graduale al tuo inserimento.
“Ho accettato in maniera serena la decisione del mister. Anzi, l’ho trovata giusta perché ero reduce da due sole settimane di allenamento, per cui ancora non ero pronto per essere schierato dall’inizio. Però sono comunque contento di aver dato una mano anche da subentrante, anche perché poi abbiamo vinto, e questo è l’importante”
Tu sei un palleggiatore. Qual è l’aspetto del tuo ruolo che ti piace di più?
“Innanzitutto, al di là dell’aspetto fisico che ti impone comunque di correre sempre sotto al pallone, è un ruolo molto tattico. Perché oltre alla tecnica devi pensare anche a quale possa essere la giocata giusta, ad esempio a non coinvolgere sempre lo stesso attaccante per non vanificare (e mortificare) i movimenti dell’altro, oppure capire quando servire il centrale o anticipare le mosse del centrale avversario… Insomma, è un ruolo molto difficile che richiede delle capacità di lettura non indifferenti, però allo stesso tempo è affascinante proprio per questo. Mi intriga, ecco”
Volendo fare un parallelismo con il calcio il palleggiatore è l’omologo del regista offensivo?
“Sì, il trequartista, il fantasista. Quello che fa gli assist, i passaggi filtranti”
A proposito di calcio, tu sei un grande tifoso dell’Inter. Vuoi commentare l’eliminazione dei nerazzurri dalla Champions o meglio lasciar perdere?
“Vabbè, ormai ho metabolizzato la sconfitta. Io sono ottimista per natura, perciò io credo che senza la Champions abbiamo maggiori chance di lottare con la Juventus per il campionato. Magari anche attingendo al mercato di gennaio”
Insomma allo scudetto ci credi. Sarà che sulla panchina siede un leccese come te?
“Sì, se non ci credi non sei un vero tifoso. Anche se Conte non ha un rapporto idilliaco con Lecce, da tifoso nerazzurro, spero che faccia bene”.
intervista a cura di Luigi Fattore
Segreteria CUS Caserta